20-06-2008 23:31

La cicala e la formica

Germania e Portogallo si sono comportate come Italia e Brasile nell'82

Ci fu un tempo in cui andò di moda, nel tripudio azzurro di un intero paese, la metafora della formica e della cicala. Mundial 1982, Italia-Brasile 3-2. Noi "formica", realisti e concreti. Loro "cicala", belli e dannati. Anche ieri, alla fine di Germania-Portogallo, mi è venuta in mente la stessa allegoria. E non solo per il risultato conclusivo analogo.

 

La Germania si è comportata da splendida "formica". Low ha costruito la squadra in funzione delle qualità avversari, sopperendo all'assenza di Fringts con un 4-5-1, in grado di tradursi in 4-3-3. Motto vincente: essere in superiorità numerica a centrocampo, aggredendo Moutinho (sostituito) e Petit, prima che innescassero Deco e Ronaldo.

 

In pratica: in difesa Friedrich su Ronaldo, Metzelder e Mertesacker pronti a frenare Deco e Nuno Gomes, e Lahm su Simao; a centrocampo Schweinsteiger a destra a surclassare Ferreira, Podolski a sinistra ad arginare Bosingwa, e Hitzlsperger e Rolfes al centro per pressare Moutinho e Petit.

 

Il Portogallo, ancora una volta "cicala", e cioè "capolavoro incompiuto", non hai avuto libertà di palleggio. La Germania resta la più grande "passista" del pallone che si conosca. Sembra meno tecnica, meno veloce, meno fantasiosa degli altri. Sembre "meno", in assoluto, e invece, al momento della verità, diventa un inquietante "più".

 

CARLO NESTI
www.carlonesti.it

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